La bara è mia!

Irrompe nel cimitero del suo paese e riesuma la madre, appropriandosi della “sua” bara. Fermato dai carabinieri è costretto a renderla.
Si chiami attaccamento spasmodico al genitore: un pensionato calabrese di 67 anni voleva portarsi a casa la bara della madre morta moltissimi anni prima. L’uomo, infatti, per riunire i resti del padre e della sorella appena deceduta con il corpo della madre, ha ben pensato all’alba di una mattina di intrufolarsi nel cimitero vicino casa e riesumare la salma della madre. L’anziano avrebbe aperto la bara, fatto fuoriuscire la donna, per poi riporla in un unico loculo con gli altri parenti stretti.
Considerando di sua proprietà la bara, quindi, l’ha “caricata” e trasportata con la sua automobile, prima di essere fermato dai carabinieri, sospettosi per le dimensioni dell’oggetto trasportato ( nascosto da numerosi sacchi). I due carabinieri, vista l’entità dell’oggetto, hanno ben pensato di rivolgersi alle autorità giudiziarie e agli organi competenti comunali che hanno provveduto alla risoluzione del problema. L’uomo, incredulo di fronte ad una simile reazione, pare aver detto ai due agenti: “Ma cosa sto facendo di male? La bara è mia, c'erano le spoglie di mia madre, la voglio riportare a casa e custodirla; è un caro ricordo, un fatto legato agli affetti".
Strana la concezione dell’uomo circa gli “affetti”: non si può nemmeno supporre la volesse riutilizzare, a quanto dicono gli agenti competenti. Il pensionato non è comunque incorso in nessun reato e si è limitato a restituire la bara al cimitero, pur contestandola come sua proprietà.
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